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mercoledì 16 luglio 2014

Contabilità nazionale VS IAS/IFRS

Dal 2005 in poi, si è avuto un forte cambiamento dal punto di vista contabile, in quanto le società di intermediazione finanziaria e le aziende le cui controllate redigessero il bilancio secondo i principi contabili internazionali, avevano l'obbligo di redazione del bilancio seguendo i principi dettati dallo IASB.
In Europa si sta cercando sempre più di armonizzare i bilanci in modo da poter competere con i GAAP americani.
Ma con l'avvento degli IAS sono venuti a galla molti problemi. In primis con la creazione del fair value, il bilancio non era più rivolto agli enti creditizi, ma agli investitori, in quanto le immobilizzazioni vengono valutate al valore di mercato e non più al costo storico. Tutto ciò ha comportato anche problemi in merito alla valutazione del fair value non sempre facilmente calcolabile ed alcune volte probabilmente sopravvalutato o sottovalutato a seconda delle aziende o dei periodi.





Infatti durante la crisi finanziaria del 2008 le aziende avevano immobilizzazioni finanziarie che valevano pochissimo e per scongiurare il loro fallimento si decise di bloccare per un periodo la valutazione al fair value e tornare alla valutazione al costo storico.
Quindi queste differenze di valutazione dal punto di vista societario servono ad abbassare/alzare l'attivo patrimoniale senza compiere alcuna azione reale.
Probabilmente è giusto utilizzare gli IFRS, in quanto se in bilancio è presente una partecipazione che vale sempre meno, perchè dovrebbe essere iscritta ad un maggior valore, ma è anche vero che questo movimenta quotidianamente i bilanci societari. 

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